Questa è la storia di due architetti Mariangela De Napoli e Francesca De Napoli, reduci dalla partecipazione ad un bando promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dal CNAPPC sulla riqualificazione di dieci urbane periferiche, dal quale sono emerse vincitrici. Nella seguente intervista i dettagli.
1 Cenni biografici.
Dopo la laurea in Architettura Mariangela De Napoli (Bari, 1980) e Francesca De Napoli (Bari, 1982) intraprendono due percorsi distinti che trovano – dopo qualche anno – sempre più frequenti punti di tangenza.
Nel 2011 costituiscono lo studio di progettazione De Napoli architetti che opera principalmente nell’ambito della residenza privata attraverso il recupero e la riqualificazione dell’esistente.
Non sono mancati interventi anche nel settore alberghiero e commerciale (locali pubblici, bar e ristorazione).
La progettazione va dalla grande alla piccola scala, ed è mirata costantemente a realizzare un prodotto di elevata qualità architettonica e tecnologica che risponda alle esigenze della committenza, e che ricongiunga architettura ed arte, da sempre univoca ed inscindibile espressione di contingenti fenomeni culturali.
2 Perché avete deciso di partecipare a questo bando?
I concorsi di progettazione sono un’occasione per mettersi in gioco. Il concorso di idee per la riqualificazione di dieci urbane periferiche indetto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dal CNAPPC riguardava un argomento chiave per il momento che stiamo attraversando: oggi si va nella direzione del recupero e del riuso delle nostre città e spesso le periferie sono le occasioni migliori per riscattare il territorio.
3 Come avete agito per realizzare il progetto? Quanti hanno collaborato?
Il progetto è frutto del lavoro dello studio De Napoli architetti ed è nato dalla volontà di recuperare e rifunzionalizzare le 13 case minime, per i seguenti motivi:
- volontà di riqualificare l’esistente operando una scelta ecosostenibile;
- mantenere il senso di identità locale.
Gli obiettivi posti:
- miglioramento della qualità del decoro urbano;
- rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti, per finalità di interesse pubblico;
- accrescimento della sicurezza;
- potenziamento servizi di scala urbana;
- sviluppo infrastrutture al servizio di servizi sociali, culturali educativi e didattici;
- creare uno spazio in rapporto con il contesto urbano.
Il raggiungimento di tali obiettivi è stato possibile attraverso:
- il mix funzionale: 3 macro categorie che funzionino sia di giorno che di notte (alimentazione, cultura e svago). I servizi proposti soddisfano le esigenze dei “negozi di vicinato” e al tempo stesso sono attrattiva per tutta la città, trasformando il rapporto tra quartiere e centro città da passivo ad attivo.
Il progetto prevede i seguenti materiali:
- rivestimento a cappotto per migliorare l’efficientamento energetico;
- infissi a taglio termico;
- pensiline in legno, materiale naturale ed ecocompatibile;
- pavimentazione in cemento drenante;
- illuminazione led.
Ci proponiamo di realizzare la sostenibilità e valorizzazione sociale: il recupero rispetta la memoria che i cittadini hanno di viale Arno, mantenendo l’identità del luogo; la sostenibilità ambientale: con il recupero avremmo uno smaltimento dei rifiuti pari a zero. Alta percentuale di aree destinate a verde urbano; la sostenibilità economica: la scelta del riuso abbatte del 60% circa il costo per la realizzazione dei servizi.
4 Emozione e orgoglio per aver ricevuto il primo premio: descriva quel momento.
Un importante riconoscimento!
5 Ritiene che una opportunità di riqualifica debba essere estesa a più città e non limitarla a 10?
Sicuramente sì, è un’iniziativa che spero possa avere un seguito anche per altre città italiane che oggi si ritrovano con periferie vecchie, frutto degli anni ’50, ’60 e ’70.
6 Avete in programma altri progetti?
Al momento ci stiamo occupando della realizzazione di ville residenziali nella provincia di bari e di diversi studi di fattibilità nel settore residenziale. Parallelamente portiamo avanti un progetto sul sistema integrato paesaggio e architettura rurale iniziato nel 2012 in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari e con una Società del settore.